Alcune storie restano scolpite per sempre.
Sono quelle racchiuse nelle opere scultoree più famose al mondo. Storie umane e leggendarie, scritte con il sapiente scalpello dei grandi Maestri dell’Arte per rimanere per sempre impresse nei nostri occhi e nel nostro cuore.
Ho sempre amato fotografare le Statue. Catturare il loro respiro immobile mentre prende vita davanti al mio obiettivo. Girarci attorno con gli occhi curiosi di un bambino pieni di stupore e di fascinazione. Cogliere le impercettibili vibrazioni della mano e dell’anima di chi le ha scolpite. Sperimentare inquadrature diverse, per mettere in risalto quelle espressioni che non appaiono al primo sguardo.




Le emozioni racchiuse nel corpo dell’Arte.
Le statue sono le mie modelle ideali. I loro corpi sembrano animarsi anche se fermi, rendendo visibile l’invisibile: la gioia, il dolore, la forza, la ferocia, la rassegnazione, la dolcezza, la timidezza, l’audacia, il coraggio, la sensualità.




Sentimenti che vivono nei volti, nei gesti e nei movimenti fissati nella mente dei grandi Artisti che le hanno create, come la splendida Pietà di Michelangelo o il magico Cristo Velato di Sanmartino.
Tra tutte le statue che ho avuto il piacere di immortalare fino ad oggi, ce n’è una a cui sono particolarmente legato. È L’Angelo del Dolore che si trova in cima al Cimitero Acattolico di Roma, a Testaccio.
Un’opera commovente che racchiude l’immenso dolore dell’artista, lo scultore William Wetmore Story, che la scolpì in ricordo dell’amata moglie defunta.
Le sue maestose ali, invece di ergersi dritte al cielo, sono curve e tristemente abbandonate a terra, prive di forza e speranza, trasmettendo a chi guarda questa meravigliosa opera una straziante sensazione di sofferenza.




Il mio appassionato dialogo con la Scultura.
Ho sempre amato la Scultura in ogni sua forma ed espressione. Fotografarla è il mio modo di entrare in contatto e in comunicazione con Lei attraverso il linguaggio universale dell’Arte.
Un’esperienza non solo fisica ed estetica, ma intensamente personale, in grado di coinvolgermi a un livello emotivo molto profondo.
Un legame speciale che va oltre la materia, oltre lo spazio e oltre il tempo. Perché come spiega una mia carissima amica scultrice, Serena Tallarigo, parlando della natura intima delle sue opere.
La natura come arte interviene modificando superfici incise, tagliate tra spessori inquietanti, scavate tra ricordi stratificati, levigate tra paure nascoste. Poi emerge, improvvisamente, come un continente dall’oceano: l’opera è ma non più in me. Il tempo porta via tutto. Tutto si trasforma nel tempo della “storia”: immagini di storie vissute, poesie non dette, amori dichiarati, lacrime solidificate […].


Questo weekend passiamolo insieme nei centri storici.
Non c’è bisogno di entrare nelle sale dei musei per ammirare i capolavori dell’arte antica e classica. Basta farsi una passeggiata nei centri storici delle nostre città, le cui vie e piazze sono veri e propri musei a cielo aperto, popolati di bellissime statue tutte da scoprire!
Se avete voglia di farvi un giro con me e di osservarle da un’altra prospettiva, vi invito a visitare il mio profilo Instagram.
Buon FRAday a tutti!
Paolo Spedicato Maggio 20, 2022
Come dare torto al fotografo e alla scultrice Serena Tallarigo ? Esiste un dialogo personale e poetico con i monumenti pubblici delle nostre città, veri e propri simulacri, al di la della rappresentazione realistica di un personaggio o di un tema. Personalmente sono attratto dalla scultura astratto-geometrica che esprime una sua forza poetica più contemporanea. Le sculture di Tallarigo appartengono a questa categoria con il loro dialogare insieme concettuale e allusivo a un mondo a cui la scultura presta e insegna ordine, razionalità, denuncia, impegno. Sono anche molto favorevole a dare impulso alla scultura nello spazio pubblico, quindi alla fruizione in pubblico. Les lieux de mémoire degli storici francesi (Pierre Nora) e italiani possono dialogare anche con le proposte artistiche contemporanee in dialogo con lo spazio circostante sia naturale, sia storicamente antico o moderno.
FFG Maggio 20, 2022
Grazie Paolo per il tuo commento ricco di spunti interessanti. Amo profondamente le sculture contemporanee e prossimamente, come ho promesso a Serena, pubblicherò un FRAday dedicato alla sua intensa produzione artistica.
Roberta Pasero Maggio 20, 2022
Come sempre un FRAday di grandi suggestioni. Di tante riflessioni. A chi ha immaginazione capita di “vedere” statue che si animano, che sembrano dialogare con noi esprimendo sentimenti meglio delle persone.. Soprattutto le statue all’aperto tracciano il nostro cammino. Ci sono sempre. Non ci perdono mai di vista. Poi c’è l’Angelo del dolore…. quelle dolenti ali ripiegate che sembrano abbracciare anche le nostre sofferenze sono per me il simbolo di una tenerezza del cuore che non andrebbe mai perduta. Le ali di un angelo che si ritrovano nell’omaggio a Rilke di Serena Tallarigo, ali luminose che ci fanno volare verso i mondi più belli, quelli della poesia, dell’arte, della libertà di pensiero. In cerca dei suoi segni della verità che si ritrovano in ogni sua scultura, dove il nero va oltre il nero, dove la forma ha altre allusioni, dove ogni colpo di scalpello nel marmo rimbomba fortemente nel nostro cuore.
Mirella Maggio 23, 2022
Splendida opera. Grazie per averla fatta conoscere con questa suggestiva e animata narrazione
FFG Maggio 23, 2022
Grazie Mirella