Il mio primo incontro con Anish Kapoor.

Ho scoperto lo scultore Anish Kapoor tantissimi anni fa, durante uno dei miei weekend a Londra che facevo una, due volte l’anno per riabbracciare il mio fratello gemello e stare un po’ con lui per qualche giorno.

Fu proprio Ranieri a farmelo conoscere, sicuro che mi avrebbe colpito per la sua intensità e potenza espressiva.

Aveva proprio ragione. 

Le illusioni create dal mix di materiali, pigmenti e superfici riflettenti utilizzate nelle sue opere e installazioni mi hanno, sin dal primo istante, incuriosito e al tempo stesso affascinato.

Avvicinarmi ad esse e girarci attorno per la prima volta è stata un’esperienza coinvolgente, straniante e straordinariamente “fisica”.

Opere astratte e concettuali, enigmatiche e destabilizzanti che al primo sguardo stordiscono e lasciano senza fiato, giocando con i sensi dell’osservatore e alterando la percezione stessa della realtà.

Toccare la carne viva dell’arte. 

Le sensazioni appena descritte, nel corso dell’evoluzione artistica di Anish Kapoor, sono diventate sempre più forti e violente.

Ricordo infatti lo “shock emotivo” provato durante la sua mostra a Roma organizzata nel 2016 al Macro di Via Nizza quando mi trovai di fronte alla sua serie di opere “organiche”: pezzi di materia viva, impregnati di silicone rosso vermiglio come il sangue. 

Un vero colpo al cuore e al tempo stesso un pugno nello stomaco che mi ha scosso violentemente dal sonno e dal torpore per la loro estrema crudezza e brutalità.

All’inizio ho provato un certo senso di disagio nel guardarle, ma superata la prima fase di sconcerto sono riuscito a percepire la sofferenza racchiusa nella materia lacerata da ferite aperte.  

Photo FFG

Venezia si tinge di rosso

Credevo di essermi ripreso da questo profondo shock fino a quando non sono rientrato di nuovo in contatto con Anish Kapoor in Biennale, in occasione della quale è stata organizzata una doppia esibizione alle Gallerie dell’Accademia e a Palazzo Manfrin

Luoghi di incredibile bellezza inondati di sangue e trasformati in set di film ai confini tra l’horror e la fantascienza.

Le immagini parlano da sole.

Alla scoperta del Palazzo Ducale e di Anselm Kiefer

Se assistere all’esibizione di Kapoor è stato un trauma emotivo, entrare per la prima volta a Palazzo Ducale per visitare la mostra di Kiefer su spassionato consiglio di un mio caro amico, è stata una doppia straordinaria scoperta. 

Il singolare titolo della mostra “Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po’ di luce” è stato volutamente ripreso da una frase del filosofo veneziano Andrea Emo per far riflettere i visitatori sulla loro comune visione che “nulla esiste in eterno”, tema del suo personale percorso artistico esibito nelle meravigliose Sale dello Scrutinio e della Quarantia Civil Nova di Palazzo Ducale. 

Nulla esiste in eterno

L’intensa riflessione sull’arte di Keifer viene espressa in tutta sua forza concettuale in un contesto prestigioso attraverso una serie di affreschi contemporanei site-specific di grandissime dimensioni, logorati dal tempo e in fase di disfacimento, che sono stati posizionati sulle pareti e sui dipinti della sala, per dialogare con le opere del passato, mostrando al pubblico come non esista alcun capolavoro che duri millenni.

Dipinti che Keifer lascia marcire per anni in container o all’aperto esposti a intemperie per subire queste trasformazioni, convinto che il fine ultimo dell’arte sia da sempre l’autodistruzione e che “qualunque forza abbia l’attacco, e quand’anche giunga fino all’estremo, l’Arte sopravviverà alle sue rovine”.

Questo weekend diamo sfogo alle nostre emozioni.   

Se avete lo stomaco di ferro e non vi lasciate spaventare alla vista di un po’ di sangue o di opere apocalittiche, le esibizioni di Anish Kapoor e Keifer vi lasceranno a bocca aperta.

Opere decisamente difficili da digerire, ma ricche di potenti spunti di riflessione.

Per chi ha voglia e tempo di approfondire, ho preparato un tour fotografico sui miei canali Instagram e Facebook.

Scrivetemi, sono molto curioso di conoscere la vostra opinione. 

Continuate a emozionarvi. Oggi è FRAday.

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