Quante emozioni sono racchiuse in un click?

Ci riflettevo quando ho trovato una fotocamera analogica EXA I custodita nel cassetto della scrivania di mio padre. Risale agli anni ’60 ed è ancora in perfetto stato. 

Io e Ranieri eravamo appena nati. Questo mi lascia dedurre che abbia scelto di acquistare la sua EXA I con amorevole attenzione, per immortalare gli istanti più emozionanti legati alla nascita dei suoi primi figli! 

Riesco a rivivere quei momenti e quelle emozioni con la sua stessa intensità negli occhi, proprio grazie ai ricordi fotografici in bianco e nero che mi ha lasciato. 

Come quello di noi due gemelli che corriamo nella neve con lo slittino. È la foto che in assoluto racconta meglio la nostra infanzia, il nostro legame profondo e la nostra unicità.

 

Crescendo ho scoperto che esistono eredità più preziose di qualsiasi bene materiale.

La passione per la fotografia è uno di questi. L’ho ereditata da mio padre. Non abbiamo mai parlato di fotografia dal punto di vista tecnico, nessuno dei due aveva le competenze professionali per discutere di tempi di esposizione, messa a fuoco o diaframmi.

Ciò che abbiamo invece condiviso nell’arco di una vita sono state tutte quelle emozioni legate ad ogni singolo ricordo racchiuso nelle pellicole sviluppate.  

Un gesto, un sorriso, uno sguardo.

Guardare, aspettare, sentire, comunicare e catturare quel momento unico nella vita, irripetibile, forte e commovente. Quel magico click che ferma il tempo e che lo rende eternamente tuo. 

È così che vivo e sento la fotografia. È il mezzo che mi permette di esprimermi, di entrare in contatto con il mondo, di scoprirlo e di portarmi indietro qualcosa di speciale da ricordare e da condividere.  

Con la mia vecchia Canon ho fatto viaggi indimenticabili.

Ho visitato tantissimi paesi del mondo, ma quello a cui sono particolarmente legato è l’India. I suoi colori, vibrazioni e odori, sono straordinari e potentissimi.

Ricordo ancora quell’improvviso raggio di sole svelare la bellezza di una donna in mezzo al caos cittadino, nascosta con pudore dietro al suo velo.

Così come ricordo con estrema nitidezza il gesto principesco di una ragazza indiana incontrata al Forte Rosso di Nuova Delhi, scatto che ho poi convertito in bianco e nero per dare più importanza al suo portamento. 

Ogni attimo vissuto e ogni movimento e sguardo catturato, rimarrà per sempre impresso nella mia memoria.

La magia della narrazione fotografica.

La cosa più bella legata alla fotografia è per me l’esperienza dell’attesa. Oggi con il passaggio al digitale si è un po’ persa, perché si ha già sotto gli occhi il risultato. 

Solo chi come me ha avuto la fortuna di avere per qualche tempo tra le mani una fotocamera analogica, può comprendere l’emozione racchiusa nell’attesa di scoprire ciò che il proprio sguardo è riuscito a cogliere.  

Nella camera oscura si partecipava a un vero e proprio rituale magico. Ricordo gli odori forti e acri delle soluzioni, i movimenti calmi e sicuri, il silenzio scandito dal timer. E poi, come d’incanto, il lento affiorare delle immagini su carta, come se prendessero pian piano vita.

Oggi voglio condividere con te
i ricordi più importanti.

Così ho preparato un particolare percorso fotografico giocato sul confronto tra “analogico e digitale” che spero possa interessarti e farti scoprire cosa mi lega a questo emozionante mondo.

Se vuoi approfondire la mia photo experience, ti invito a visitare il mio profilo Instagram.