Un viaggio fino alla fine del mondo.

Alcuni film fanno venire voglia di scappare via e di lasciarsi tutto alle spalle. È quello che mi è accaduto anni fa quando ho visto Fino alla fine del mondodi Wim Wenders.

Ricordo la seconda parte del film ambientata in Australia, il capolinea del viaggio del protagonista, la sua vera meta.

È la storia di un autostoppista che registra delle immagini durante il suo lungo viaggio con un apparecchio speciale fino ad approdare nell’emisfero australe e mostrare queste immagini alla madre non vedente.

L’Australia mi ha sempre incuriosito, ma l’idea di partire non mi entusiasmava. Quello che principalmente mi frenava nel partire era non avere punti di riferimento in una terra non solo tanto lontana, ma anche molto distante dai miei interessi culturali. Cosa avrei mai potuto trovare in Australia, se non natura selvaggia, animali mortali e ampi spazi aridi e desolati?

Poi mio fratello Marco si è trasferito con tutta la sua famiglia lì, dall’altra parte del mondo, e io ho finalmente deciso di partire. Andare a trovarlo è stata la molla che mi ha spinto ad allontanarmi dai tantissimi luoghi comuni che circolano su questo continente ancora per molti versi sconosciuto.

È stato per me un vero viaggio di iniziazione, che mi ha permesso di scoprire luoghi ancestrali, di perdermi in paesaggi sconfinati ricchi di contrasti e di riconnettermi alla parte più autentica di me, grazie alla straordinaria forza e magia dei suoi quattro elementi. 

Aria di libertà.

La prima cosa che ho avvertito mettendo piede per la prima volta in Australia è stata un’incredibile sensazione di libertà.

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Ti percorre l’anima durante tutto il viaggio mentre attraversi in macchina l’outback. Chilometri e chilometri di nulla cosmico, senza vedere anima viva se non qualche cartello pubblicitario con il classico invito a vivere il viaggio senza preoccupazione, racchiuso nella loro tipica espressione “No Worries Mate!”.

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E tu non ti preoccupi davvero di nulla, perché anche se la strada davanti a te è lunga e non sai a che ora arriverai o chi incontrerai durante il tuo percorso, tu sei finalmente lontano da tutti i tuoi problemi e pensieri quotidiani. Questo è forse il vero senso di libertà che ho avuto il piacere di assaporare in quelle quattro indimenticabili settimane.

Acqua rigeneratrice.

 

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Percorre la Great Ocean Road per raggiungere I Dodici Apostoli è stata un’esperienza indimenticabile. Il panorama è mozzafiato, scandito curva dopo curva da scenari naturalistici suggestivi, baie e scogliere rossastre a picco sull’oceano. Paesaggi incredibili, avvolti nella nebbia e nel silenzio interrotto solo dal violento infrangersi delle onde sulle rocce.

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È qui che acqua e vento hanno scolpito una delle più maestose opere naturali ammirate al mondo: I Dodici Apostoli. Immense sculture calcaree modellate dalla forza erosiva dell’oceano (oggi ne sono rimasti sette) che svettano imponenti come dei giganteschi guardiani della Natura.

Australia

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Sono rimasto ad ammirarli per ore, quasi in una sorta di mistica contemplazione. E, forse per la prima volta nella vita, di fronte a tale grandezza mi sono sentito veramente in pace con me stesso.

Australia

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Terra d’ispirazione.

Durante il mio viaggio in Australia non c’è stato un solo giorno in cui ho rimpianto le mostre d’arte contemporanea del tanto amato “vecchio continente”. In questa terra così lontana e misteriosa, le mani della natura hanno dato vita e forma a opere straordinarie.

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Basta ammirare le famose “Remarkable Rocks” di Kangaroo island, una vera galleria d’arte a cielo aperto, con imponenti rocce di granito esposte su un piccolo promontorio come delle vere creazioni scultoree.

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Altra tappa sull’isola assolutamente da non perdere è stata senza alcun dubbio Admirals Arch, un maestoso arco naturale scavato nella roccia e affacciato sull’oceano.

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Fuoco sacro.

Non esiste un colore più irresistibile del rosso e un’energia più purificatrice del fuoco. Questi due elementi trovano la loro massima espressione nel grande massiccio sacro Uluru (conosciuto anche come Ayers Rock), incastonato come un prezioso rubino nel vasto deserto australiano.

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Vederlo accendersi e infuocarsi durante il tramonto mi ha commosso e al tempo stesso tolto il respiro. È stato come assistere a qualcosa di molto simile a una celebrazione sacra o a una performance artistica. Una sensazione indescrivibile fatta non solo di stupore e magia, ma anche di profondo rispetto e ammirazione.

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Questo weekend vorrei portarvi lontano.

Quante volte avete detto “adesso mollo tutto e vado a vivere in Australia”?. Se ci state facendo un pensierino o se il vostro desiderio è semplicemente organizzare un viaggio, ho preparato per voi un piccolo tour fotografico per conoscere alcuni luoghi magici che ho potuto ammirare durante il mio lungo soggiorno australiano. Per vederli non serve pagare il biglietto, basta volare direttamente sui miei canali Instagram e Facebook. 

Volate con l’immaginazione.

Oggi è FRAday!  

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