Il mio primo incontro con Angelo Mosca.

Conosco Angelo da trent’anni. All’epoca vivevamo entrambi nella “Milano da bere” e, proprio come nel famoso spot ci incontrammo per caso durante un happy hour a casa di un’amica comune.

Lui lavorava in una società di outplacement, mentre io facevo la classica vita dell’account pubblicitario alle prese con i ritmi frenetici dell’agenzia.

Rimasi subito colpito dalla sua profondità e dalla sua anima poetica, in netto contrasto con l’esuberante superficialità di quel periodo. 

I suoi occhi filtravano il mondo in modo diverso.

Non erano fatti solo per guardare, ma per percepire le infinite vibrazioni umane. Per dialogare con le luci e con le ombre della società. Per cogliere l’essenza dei sentimenti che governano il mondo e le relazioni tra le persone.

Ecco perché a un certo punto Angelo decise di lasciare il suo lavoro, per seguire la sua vera vocazione: dedicarsi alla pittura.

Una scelta che non mi sorprese affatto, perché in fondo i suoi occhi erano sempre stati i suoi primi pennelli. 

Per lui mi sono persino improvvisato “agente artistico”.

La sua passione per l’Arte era così contagiosa, che fu naturale per me sentirmi coinvolto in prima persona. Erano anni difficili per la pittura italiana: una disciplina praticamente ignorata nel nostro Paese. 

Nonostante la difficoltà a collocarsi sulla scena nazionale, Angelo non è mai tornato indietro sui suoi passi, percorrendo le incertezze degli anni ‘90 senza mai fermarsi. La sua determinazione ed ostinazione sono sempre state per me un’incredibile fonte d’ispirazione e al tempo stesso di ammirazione. 

Ricordo quando cercai di aiutarlo, presentando i suoi primi lavori a mia cugina Gwenolée de Beauregard che all’epoca aveva una galleria molto importante a Parigi con il marito Bernard Zurcher. 

Angelo non aveva un book, ma il fuoco sacro dell’Arte.

Era quella la sua vera forza artistica. Così, senza perdermi d’animo, decisi di prendere tutti i suoi dipinti tappezzando la strada in cui viveva a Milano come fossero dei manifesti pubblicitari.

Li fotografai, preparai il book e partii per Parigi per mostrarlo al gallerista. I commenti furono tutti positivi, ma i lavori vennero considerati non abbastanza maturi per una mostra.

Quell’evento fu decisivo per entrambi: la mia carriera di agente artistico s’interruppe il giorno stesso in cui tornai a Milano, mentre quella di Angelo è andata brillantemente avanti! 

Il percorso dell’artista non è mai lineare.

Come mi ha raccontato Angelo durante l’intervista che abbiamo fatto durante una sua lezione all’Accademia delle Belle Arti a Roma:

Ci sono periodi in cui l’Arte ti dà di più e altri in cui sei invece tu a dare qualcosa in più a Lei.

E in questo continuo dare e ricevere si colloca il percorso personale del mio amico Angelo Mosca e il suo dialogo di vita e amore per la Pittura.

Un cammino tortuoso, tormentato, ma anche tumultuoso e toccante, tracciato in modo sfuggente e leggero su ogni sua tela.

Una lezione non solo di Arte, ma di Vita dedicata all’Arte e alla sua promozione, grazie ai numerosi dibattiti, discussioni e riflessioni di cui Angelo è tra i principali interpreti nell’attuale panorama artistico italiano. 

Questo weekend vi voglio invitare alla sua mostra.

Come un muro s’impregna d’acqua, così le tele si impregnano di olio e pigmenti, diretta manifestazione delle emozioni di chi dipinge.

È questo il concetto a cui è dedicata la mostra personale Drain Off di Angelo Mosca, ospitata dal 26 febbraio fino al 19 marzo presso la Galleria SIX di Milano.

Il ciclo di opere presentate, tutte realizzate tra il 2017 e il 2022, racchiude un momento di passaggio e sintesi molto importante nella sua pratica artistica, ripercorrendo i suoi ultimi cinque anni di lavoro, ricerca e riflessione.

Per chi invece non è di Milano o ha già preso altri impegni per il weekend, ho preparato alcuni video amatoriali per conoscere da vicino Angelo attraverso i suoi brevi ma intensi “Dialoghi con l’Arte” che troverete caricati nel mio canale Youtube

Sulla pagina Instagram, invece, potrete immergervi nelle mie storie visive sull’arte. Buona visione a tutti!