Un incredibile tour alla scoperta di Porto Marghera.

C’è una frase di Marcel Proust, uno degli scrittori più amati da mio fratello gemello Ranieri, che porto sempre con me prima di partire per una nuova avventura:

Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.

Quando sono stato invitato a partecipare al “Discovery Tour” di Porto Marghera organizzato da Confindustria, mi è stato chiaro sin dall’inizio che avrei dovuto abbandonare la visione che per troppo tempo era stata legata a un passato per molti versi scomodo da raccontare, ma soprattutto fastidioso per gli occhi che non riescono a staccarsi da un’epoca ormai superata.  

Io stesso, osservandola più volte di sfuggita mentre ero in viaggio, l’ho spesso considerata quasi un’antitesi alla meravigliosa città di Venezia, come se queste due realtà non potessero in alcun modo convivere l’una accanto all’altra.

Guardarla da un’altra prospettiva è stata per me una straordinaria opportunità per spalancare i miei occhi su un mondo completamente nuovo.

Perché Porto Marghera è tutto ciò che non ti aspetti: un luogo in continua evoluzione e in pieno fermento culturale, dove si respira cultura d’impresa e sostenibilità. Un polo d’innovazione pronto a traghettare le nuove generazioni verso il futuro. Tutto quello che ho visto è stato una gran Margheraviglia!

Una storia d’eccellenza che si rinnova.

La storia di Porto Marghera è legata all’affascinante figura del Conte Giuseppe Volpi di Misurata, tra i protagonisti di una delle più incredibili imprese del Novecento: la nascita e lo sviluppo di uno dei più importanti poli industriali d’Europa.

Personaggio poliedrico, imprenditore visionario, industriale, uomo politico, amante dell’arte e della cultura, direttore della Biennale di Venezia, promotore dell’Esposizione Internazionale d’Arte Cinematografica, fondatore della Società Adriatica di Elettricità, leader di Confindustria negli anni 40.

Conte Volpi

Volpi non è solo una figura emblematica che incarna lo spirito dell’epoca, ma anche una fonte d’ispirazione per le tante startup innovative, giovani talenti imprenditoriali, artisti e creativi che sono oggi impegnati a dare nuova linfa e slancio a Porto Marghera, con la sua stessa intraprendenza, ingegno e sensibilità culturale.

Per chi è interessato ad approfondire la sua figura, consiglio di guardare un interessante contributo video curato dal Professore Luciano Segreto dell’Università di Firenze, cliccando questo link.

Venezia Heritage Tower: il grande faro acceso sul cambiamento.

Il mio tour inizia da quella che incarna l’idea di rinascita e rigenerazione di Porto Marghera: l’ex torre di raffreddamento, oggi diventata sede della startup culturale Venezia Heritage Tower nata con l’obiettivo ambizioso di dare stimolo ad “Alte Visioni”.

Questa enorme Cooling Tower mi ha letteralmente tolto il fiato: è un’enorme struttura costruita nel 1938, realizzata in cemento armato a forma di iperboloide.

Un vero capolavoro di archeologia industriale diventata oggetto di un intervento di recupero e restauro unico in Italia e in Europa che l’ha trasformata da simbolo del progresso industriale del Novecento a “luogo di incontro tra passato e futuro, tra cultura e impresa, tra istituzioni e cittadini”.

Come mi ha raccontato Alessandra Previtali, Ad di VHT, durante l’incontro di presentazione:

All’interno di Venezia Heritage Tower sono racchiuse e valorizzate tutte le più belle storie d’impresa del nostro territorio […] che hanno fatto la differenza nel mondo e di cui noi oggi dobbiamo far tesoro e, soprattutto, traghettare alle nuove generazioni nel futuro […] 

Per vedere l’intervista integrale che ho caricato su YouTube, clicca qui.

Dove prima defluivano le acque di raffreddamento, oggi confluiscono idee, stimoli, esperienze, emozioni, competenze trasversali, iniziative culturali e istituzionali, laboratori didattici, attività museali, talenti creativi, capacità umane e progetti imprenditoriali, tenuti insieme dentro questa enorme torre in un virtuoso scambio d’eccellenza e in un continuo dialogo produttivo.

Tutto questo si muove e anima Venezia Heritage Tower, una Margheravigliosa Creatura riemersa dal passato e pronta a vincere le più importanti sfide del futuro, puntando su sostenibilità, cultura e impresa.

Un’enorme finestra spalancata sul Made in Italy.

A quasi 60 metri di altezza, la vista che si ha sul presente e sul futuro è davvero incredibile. Un’esperienza che ha catturato i miei sensi a 360 gradi. Da quassù, infatti, sembrano non esistere né confini, né distanze. Il mio sguardo riesce ad abbracciare contemporaneamente Venezia e il suo Porto, le incantevoli isole di Burano, Torcello e Murano, le Dolomiti, i Colli Euganei, le Colline del Prosecco di Conegliano.

Una visione aperta in cui è racchiusa la sfida più ambiziosa per le eccellenze del Made in Italy: riconnettere il vasto patrimonio artistico e culturale del territorio al suo prezioso tessuto produttivo. 

Un’alta aspirazione che si respira e si tocca con mano lungo tutto il percorso all’interno della Torre.

Ai primi piani sono custoditi oltre 7000 “pezzi” tra brevetti, marchi, produzioni esclusive, progetti inediti, che testimoniano quanto sia stato storicamente importante il patrimonio produttivo di quest’area che nel corso della sua lunga storia ha attratto numerose eccellenze del Made in Italy e investimenti da ogni parte del mondo.

Oggi quel tessuto imprenditoriale si è completamente trasformato e, come mi ha spiegato Christian Sottana, Director of Transport Service Pesce M&C:

A Porto Marghera abbiamo un’altissima concentrazione di piccole e medie imprese che hanno sostituito la grande impresa […] Il made in Italy è presente in ogni cosa da queste finestre […]A tutti quei 30 milioni di turisti che vengono a vedere Palazzo Ducale, l’anima della Venezia storica, consiglio di fermarsi nella zona industriale di Porto Marghera perché sicuramente riusciranno a fare degli affari e a trovare quegli stimoli che storicamente in questi 100 anni hanno prodotto le nostre imprese.

Per vedere l’intervista integrale che ho caricato su YouTube, clicca qui.

Un esempio di contaminazione che fa bene al territorio.

Porto Marghera è oggi tra i più virtuosi esempi, in Italia e nel mondo, di contaminazione culturale.

Quando ho visitato i suoi docks ho pensato subito al Southbank di Londra, al Tank Shangai o ad altre aree post-industriali di Rotterdam ed Amburgo, rigenerate attraverso arte e cultura e trasformate in interessanti poli aggregativi per giovani intraprendenti.

Zone che si stanno colorando di street art e popolando di artisti, creativi, fotografi, studenti universitari, impegnati a portare nuovo fermento nel territorio.

Tale fenomeno è in atto anche a Porto Marghera, dove molti intellettuali, architetti, professionisti e designer hanno deciso di insediarsi e di spostare le proprie attività.

Basti pensare a Via della Pila che è diventata famosa proprio grazie a Luca Massimo Barbero, il vulcanico curatore del Peggy Guggenheim che ha scelto di aprire il proprio studio in una porzione di un ex opificio degli anni Cinquanta

Ma la contaminazione non si ferma qui: l’Università Ca Foscari è approdata a Marghera per creare VEGAuno dei più importanti parchi scientifico-tecnologici in Italia, che attualmente ospita start up, spin off e aziende innovative principalmente operanti nei settori dell’ICT, della Green Economy e della Manifattura Digitale.

Come mi ha raccontato durante l’intervista Elena Bonafè, Responsabile Ambiente e Sicurezza di Confindustria:

La contaminazione culturale è un aspetto della vivacità di questo territorio. Non c’è solo l’industria manifatturiera primaria, ma c’è tutto un mondo che ruota attorno ad essa: abbiamo gli artisti, i progettisti, gli innovatori, i centri di servizi digitali. Un mondo che si sta sviluppando intorno e oltre all’industria.

Per vedere l’intervista integrale che ho caricato su YouTube, clicca qui.

Questo weekend voglio sorprendervi.

Porto Marghera è stata per me una bella scoperta che non potevo certo non condividere con chi ama guardare il mondo con “occhi nuovi”.

È per questo che ho preparato un interessante percorso fotografico e video, per farvi conoscere più da vicino il suo nuovo volto attraverso i tantissimi stimoli che ho raccolto durante il Discovery Tour a cui ho partecipato. Siete pronti a viaggiare nel futuro? Tutti i materiali li ho caricati sui miei canali YouTubeFacebook e Instagram.

Oggi è FRAday, Che Margheraviglia!

I docks di Porto Marghera (Photo FFG)