Il mio pellegrinaggio alla Milano Design Week.
Per tutti gli appassionati di design, creativi, architetti, artisti, professionisti della comunicazione, addetti ai lavori, giovani, turisti e italiani, la Milano Design Week non è solo un grande evento internazionale, ma il rito contemporaneo più atteso dell’anno.

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Centinaia di migliaia di persone da ogni parte del mondo si trovano qui per qualche giorno o per un’intera settimana per trovare ispirazione, nutrirsi di nuovi stimoli, fare festa e vivere un’esperienza spettacolare fuori dall’ordinario.

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Ho partecipato a questa immensa e intensa liturgia con devozione quasi ogni anno. Così anche quest’anno ho deciso di compiere il mio pellegrinaggio annuale trasferendomi per qualche giorno a casa di un mio carissimo amico che molto generosamente mi ha dato ospitalità nel fine settimana.
Sognavo il paradiso, ma mi sono trovato in un vero inferno.
Forse il titolo è un po’ esagerato, ma credetemi, appena arrivato alla Stazione Centrale di Milano sono stato travolto da un bagno di folla in delirio, che per qualche secondo ho quasi avuto voglia di risalire sul treno e di tornarmene a Roma!
Superato lo shock iniziale, sono riuscito quasi per miracolo a scovare una via d’uscita e a raggiungere il mio amico.

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La nostra via crucis è iniziata da Brera, per poi spostarci a Tortona e infine a Università. Un Fuorisalone letteralmente “fuori di testa”, con file chilometriche ovunque, troppo carico di eventi, party, led wall e installazioni “instagrammabili” per i miei gusti. Quello che cercavo purtroppo non l’ho trovato, fatte alcune dovute eccezioni.
Dov’è finita la vera essenza del design?
Durante il mio lungo peregrinare da un allestimento all’altro, non ho fatto altro che pensare a questo, interrogandomi su come sia cambiata nel corso degli anni questa manifestazione. Ho sempre amato il design per il suo duplice ruolo funzionale/emozionale, l’uno inscindibile dall’altro. Probabilmente la mia delusione deriva da non aver provato alcuna emozione né senso di meraviglia guardando i vari progetti in mostra.
Troppi “effetti speciali”. Troppe installazioni sponsorizzate da grandi brand estranei al mondo del design in cerca di visibilità. Troppi eventi. Troppi messaggi. Troppe immagini. Troppi selfie. Di emozioni, nuove idee e visioni alternative ne ho trovate ben poche.
I progetti che hanno dato “senso” alla mia fatica.
Percorrere quaranta chilometri a piedi in un giorno e mezzo non sono uno scherzo per nessuno. Ho camminato così tanto alla ricerca di qualcosa che stimolasse i miei sensi, che quando ho finalmente trovato quello che stavo cercando, l’emozione, la poesia, la genialità del design, mi sono sentito più leggero.

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La prima oasi in cui mi sono fermato è stata Palazzo Citterio dove è stata presentata la nuova poltrona“Monsieur Dior” di Philippe Starck attraverso un allestimento scenografico immersivo, animato con video, luci e musica.

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Un’altra performance che ha catturato la mia attenzione è stata “Beyond the Surface” presso lo Spazio Cernaia, nel cuore del quartiere storico di Brera. Il brand olandese SolidNature esperto nella lavorazione delle pietre naturali ha realizzato in collaborazione con lo Studio OMA un labirinto onirico e immersivo per stimolare i visitatori a sognare e ad andare oltre i limiti della propria creatività.

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Un viaggio attraverso i sensi che ho avuto il tempo e il piacere di percorrere dalla prima all’ultima stanza.

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Il mio tour de force al Fuorisalone si è concluso con l’opera “Dry days, Tropical nights” di Agostino Iacurci: una grandissima installazione che avvolgeva la torre in Largo Treves invitando gli spettatori a guardare cosa potrebbe accadere alla Terra se non ci impegniamo a preservarla e a costruire insieme un futuro più sostenibile.
Una piccola fuga nella bellezza del passato.
Che sia funzione, estetica, o entrambi, il design per me deve suscitare emozione. Così, dopo due giorni di camminate estenuanti tra orde di folla e confusione, ho deciso di trovare un po’ di pace rifugiandomi nel meraviglioso Palazzo dell’Arte per visitare il Museo Permanente del Design Italiano.

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Una grandissima collezione di oggetti di design innovativi frutto della creatività italiana, che non solo hanno fatto la storia del nostro Paese ma che ancora oggi continuano ad emozionare e a far sognare per la loro originalità e per la loro straordinaria capacità di andare oltre la pura estetica o la semplice funzione.
Questo weekend mettiamoci comodi.
C’è un oggetto di cui vi siete follemente innamorati e che vorreste assolutamente avere nella vostra casa? Una lampada magica? Un tostapane parlante? Un divano lego?
Questa settimana vorrei condividere con voi la mia passione per il design facendovi scoprire tutte le cose più interessanti e originali che ho visto durante il Fuorisalone.
Se siete curiosi di vederle vi aspetto sulle mie pagine Instagram e Facebook.
Iniziate a sognare. Oggi è FRAday.

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Maria teresa Maggio 12, 2023
Descrizione talmente perfetta che anche chi non ha vissuto questa esperienza e ha un minimo di sensibilità artistica e immaginazione, potrebbe sentirsi coinvolto come davanti a un film
dove scorrono immagini…. Il tuo termine “instagrammabili” coincide con il nuovo interesse…. Fotografare e pubblicare, non pensare, dire solo “ci sono anch io”
Sei sempre puntuale nelle descrizioni che fai!!!!!
FFG Maggio 12, 2023
Grazie Maria Teresa so che la pensiamo esattamente nello stesso modo!
Alessandro Maggio 13, 2023
Ma una cosa che non ti è piaciuta? Sinceramente
FFG Maggio 14, 2023
Ciao Alessandro l’ho scritto : lo sfrenato protagonismo che pervade la manifestazione che si è trasformata in un circo mediatico
Monica Maggio 12, 2023
Descrizione esatta dell’attuale salone del mobile dove ormai si va alla ricerca di qualche tesoro nascosto. Se sei bravo e hai un po’ di tempo trovi sempre qualche piccolo gioiello nel caos di informazioni , luci e messaggi assolutamente allineati con il mainstream attuale che anche il design sembra desiderosi di compiacere. Per gli appassionati , visitate la fiera del design a Stoccolma
FFG Maggio 12, 2023
Grazie Monica andrò a Stoccolma per trovare tesori nascosti
Pino. Allievi Maggio 12, 2023
Bravo Francesco, fai cose molto belle e molto interessanti ! Pino Alll
FFG Maggio 13, 2023
Grazie Pino
Roberta Maggio 12, 2023
La tua è una riflessione profonda sulla fiera delle vanità che Milano negli ultimi anni, quest’anno soprattutto, ha costruito attorno al design. Hai scritto un FRAday controcorrente, fuori dalle suggestioni pop di un design che ammalia con effetti speciali son & lumière, quasi a voler mascherare un preoccupante vuoto creativo.
FFG Maggio 13, 2023
Grazie Roberta
dpmp Maggio 16, 2023
Caro Amico,
ne abbiamo viste abbastanza… ma è bello sapere che c’è ancora qualcuno che coltiva certe sensibilità.
Per sintetizzare i tuoi “troppo” si può dire “troppo marketing”?
Ciao
FFG Maggio 17, 2023
A volte il troppo nasconde il nulla
Stéphane Bonutto Maggio 18, 2023
Grazie Francesco per le tue impressione da questo salone. Lo posso bene immaginare, come è difficile d’incontrare IL oggetto, IL design, che cree l’emozione dentro di noi, perche questa ricerca è un percorso tanto personale. Sempre devo pensare alla mostra della Citroën DS 19 di Flaminio Bertoni nel salone 1958, come simbolo che il vero design sia eternale e se posiziona sopra i trends e le mode. Grazie per le tue fotos, la sedie aranciona è veramente geniale !
FFG Maggio 19, 2023
merci Stephane!